Mi piacciono le notti estive. Quelle notti senza tempo in cui puoi ritagliarti uno spazio dal sistema-mondo e annegare nelle tue letture preferite. Lo so, che io parlo sempre di vita mondana, feste e locali ma ci sono davvero dei momenti in cui starsene per conto proprio è una beatitudine. Non vi è piglio di asocialità in me o mera misantropia ma solo la voglia di ricerca di se stessi, che la solitudine legittima. È per questo che alle volte non sono presente, spengo il telefono e mi rifugio in campagna, dove a parte il canto delle cicale e il venticello serale, nessuno può raggiungerti davvero. Non sono assente, solo distante dalla frenesia.