Ci credi nelle leggende? E nelle favole? Se ti dicessi che ti aspetterò lì nell’ora del tramonto, l’ora muta delle fate, dove ormai l’amore è diventato una leggenda…cosa mi risponderesti? Che l’amore è di per se un’utopia e che ormai siamo troppo cinici per illuderci? Che siamo cresciuti troppo per i sogni? Ma il viaggio che non abbiamo mai fatto insieme non ci ha forse uniti? Non ha consolidato quel filo rosso cui siamo indissolubilmente legati? Stanotte il mio dreamcatcher parla, non trovi che domani sia un buon giorno per morire? Per morire insieme, del nostro stesso amore, su un ponte magari. Se ti aspettassi ancora un po’, prima di andare via…prima di andare via per sempre e se a mezzanotte l’incantesimo finisse tu correresti da me? Perché di me non resterebbe traccia, io sparirei silenziosamente senza aspettare che tu mi venga a riportare la scarpetta di cristallo. Sono troppo preziosi i miei cuissardes, preziosi quanto l’importanza dell’essere che ci legittima ad essere chi siamo. E ciò che siamo ci ha fatto scegliere nell’abiura, nell’abnegazione ma tutte le strade, per quanto sia incessante lo scorrere del tempo, ci riportano all’istante esatto in cui ci dicemmo addio. E questo addio è banale, bugiardo come il tempo stesso che percuote i nostri animi inquieti. E’ giunta l’ora delle favole ma io al lieto fine non ho mai creduto. Però la speranza non mi fa cedere al conflitto intrinseco. Quindi se domani fosse un buon giorno per morire, moriresti con me?